martedì 4 febbraio 2014

Musica&ribellione: la rivoluzione desiderata /l'odiato amato Bob Dylan - di Maurizio Cerboneschi





Musica&ribellione Da WOODY GUTHRIE 
a THE GANG”

Viaggio culturale/antagonista attraverso la musica folk, rock, punk-reggae, hip hop... e dintorni, troveremo alcuni artisti che sono stati a fianco di coloro che per generazioni hanno lottato per la libertà, la giustizia, l'autodeterminazione dei popoli, …musicisti/colonna sonora di chi credeva che un mondo diverso era possibile.
Questo blog internazionalista comunista ,sembra il luogo giusto per ricordare artisti antagonisti importanti come Woody Guthrie, The Fugs, Bob Dylan, Clash, Public Enemy, Linton Kwesi Johnson,..attraversando i territori musicali antagonisti arriveremo nelle periferie del rock made in Italy ,dove dalle cantine uscirono tanti validi gruppi musicali, conosceremo meglio il progetto “Franti” del Torinese Stefano Giaccone e termineremo il viaggio chiaccherando con “i Gang” dei fratelli Marino e Sandro Severini di Filottrano nelle Marche, più periferia di così!!!

Nelson Mandela rivolgendosi a Miriam Makeba :
"Hanno cercato di isolarci dal Mondo e tu l'hai impedito, dunque la musica può andare a braccetto con la politica””
Maurizio Cerboneschi (Sandino)

 
capitolo 1°

La rivoluzione desiderata

non sono mai stato
un buon Stalinista
ma non sono mai
uscito dal rosso”

Woody Guthrie

Nella musica come altrove, la rivoluzione dello stato delle cose esistenti è stata dimenticata; le ultime occasioni mancate, il ’68, il ’77 e dintorni, lasciano il posto alla disgregazione degli anni ’80 -’90. E’ un malessere che deriva da un sistema sociale egoista e corporativo.
Ovunque si cerca di reprimere le ultime individualità o comunità di irriducibili ribelli, ma i desideri di libertà e “democrazia” non potranno mai essere soppressi e poco importa se i rivoluzionari impugnino, una pistola, una penna, una chitarra,…Libertà e democrazia sono alla base di qualsiasi comunità che privilegia i bisogni di tutti ai privilegi di pochi.

La musica è stata un punto di riferimento importante nei fermenti libertari della società Statunitense degli anni ’60 quella del movimento di Berkeley, degli hippies, del pacifismo radicale, delle Black panters , di Malcom x , Eldrige Cleaver, Martin Luther King,….
Il rock trasgressivo degli anni ’50 che si rivolgeva limitatamente alla sfera privata dei giovani, subì una trasformazione radicale che lo portò in prima linea nelle contestazioni e rivendicazioni sociali. Il folk-rock- blues,…la rivolta generazionale e il movimento socio-politico che inondarono le strade si saldarono insieme fino al 1968, anno in cui terminò la parabola ascendente dell’”Ideologia Rock” e di tutta la controcultura USA.
Il movimento, diventato arido, praticamente una parodia di se stesso, confluirà nel megaraduno di Woodstock; nella fattoria Yasgur, giovani e meno giovani arrivarono con ogni mezzo e con la speranza di vivere un’esperienza collettiva di grande emotività, si contarono oltre 500.000 persone da ogni parte degli States e non solo .
Già il festival rock di Monterey del ’67 mostrò evidenti screpolature, se da una parte interpretava i sogni e i desideri della generazione radicale americana, dall’altra era impostato secondo i più meticolosi insegnamenti commerciali……”i musicisti si dibattevano confusi prigionieri tra due poli: incerti tra la simpatia che nutrivano verso le speranze dei loro ammiratori e desiderosi di esaudirle, e la loro impazienza, talora velata dal senso della vergogna, per arrivare a godere al più presto dell’adorazione del pubblico e di tutti i palesi vantaggi che il solo denaro può procurare…..il festival infatti fu seguito immediatamente da una valanga di contratti discografici, fruttuose uscite e tournèes di gran successo, di conseguenza il principale beneficiario di questi nuovi risentimenti fu l’industria della musica (1)”
In breve tempo molti si accorsero di essere stati beffardamente usati per un gigantesco esperimento di business, la loro musica, le loro aspirazioni, i loro sogni si trasformarono di li a poco in un immenso e sterminato mercato della cultura rock.
Il rock veniva usato nelle pubblicità per reclamizzare: scarpe, jeans, birra,…ovunque nascevano boutiques che vendevano camicie a fiori, monili, .. a tutte le frange marginali (non solo americane) degli anni’60 ,ormai il rock era diventato comunicazione di massa.
Se da un lato c’erano artisti ben adattati all’ordine costituito dall’altro si vedevano personaggi che continuavano ad essere una spina nel fianco al sistema dominante.
Nel folk americano in modo particolare, ci sono stati musicisti, che pur vivendo di stenti,persecuzioni,carcere, hanno portato avanti le loro idee. Il padre della generazione folk-rock dei primi ’60 è stato Woodrow Wilson
(Woody) Guthrie, un folksinger da sempre impegnato nel sociale, uno degli “hoboes(2) irriducibili, un”comunista” che non aveva più posto nella società USA e doveva perciò essere schiacciato e isolato. Woody non abbandonò mai il suo spirito di libertà e continuò la sua vita di menestrello-poeta.
Il folk USA negli anni 30-40 era diventato uno strumento politico del CPUSA (partito comunista degli Stati uniti) e fu usato per la propaganda e per i lavori della Terza internazionale.

I folksingers del CPUSA evitavano i circuiti commerciali, partecipavano attivamente agli scioperi, alle riunioni del partito, alla vita quotidiana dei lavoratori; Woody si distingueva per un grado di coscienza e senso di libertà particolari. “il suo essere artista, caso più unico che raro nella storia della nostra musica, coincideva esattamente nel sentirsi,uomo tra gli uomini,
lavoratore tra i lavoratori, disoccupato tra i disoccupati, e, ancora lavoratore e disoccupato con gli amici intellettuali, con i direttori delle emittenti radiofoniche, con i dirigenti delle etichette discografiche (3).
Guthrie parlava al cuore della gente,era uno di loro e tutti si riconoscevano nelle sue canzoni..
con lui l’arte popolare esce dal ghetto della cultura subalterna, non teme di confrontarsi con la cultura “ufficiale”, non ha paura di “contaminarsi” e anzi opera uno scambio continuo, in attivo tra cultura “alta” e”bassa” impara dal cinema, dai cartoni animati, dalla letteratura, dal giornalismo, succhia sapere dappertutto e se ne serve per un suo progetto……si tratta quindi di un autore importante, non solo per la cultura popolare statunitense,ma direi di quella mondiale,in quanto costituisce un esempio non tanto di” sopravvivenza” del canto popolare, nella realtà urbana e industriale, quanto di rinascita sostanziale dell’espressività popolare (4)
A Woody Guthrie sono stati avvicinati altri cantori della libertà come la cilena Violeta Parra e l’italiana Giovanna Marini.
Guthrie faceva il cantastorie perché era l’unica cosa che sapeva fare e gli permetteva di mangiare. Non gli mancarono le possibilità di lavorare con radio e televisione; non accettò
compromessi, da rivoluzionario dell’emarginazione, visse nella strada, cosciente che sarebbe stato difficile e con alcuni momenti in estrema miseria. Lui stesso affermava: “se suoni il piffero in una banda militare ti pagano un regolare stipendio dell’esercito, se fai roteare una mazza ad una sfilata di hip-hip-hurrà ti pagano come un soldato, ma non c’è verso di mettere la mani su un becco di un quattrino se fai della musica popolare (5).
Woody era felice quando si trovava insieme alla sua gente e impugnando la chitarra con su scrittoQUESTA MACCHINA AMMAZZA I FASCISTI” e cantava brani come:
Nato per vincere

Ho avuto la mia parte di gioie e di guai
Di scalogna e di malinconia
Risono sentito su e giù, e sono stato sobrio e sbronzo
Ma so di certo che non sono nato per perdere
Nato per vincere so che sono nato per vincere
È uno strano porco mondo quello in cui campo
E mi batterò per cambiarlo in quello che dovrebbe essere
Nato per vincere, So che sono nato per vincere
Ho avuto donne di ogni genere e di ogni colore
In ogni terra dove sono stato
Ho visto che per tutta la gente erano guai come me
E so che non siamo nati per perdere.
Ci avete derubato, pestato e succhiato il sangue
Ci avete sfruttato pagandoci come schiavi
Ma io so che tutti noi siamo nati per lavorare e per combattere
E per vincere, o scendere nelle fosse.
La volta che mi sono arrabbiato di più in vita mia è stato quando ero imbarcato su una nave militare insieme a più di tremila uomini in rotta verso la Francia. Mentre ci troviamo a metà strada in mezzo all’oceano scoppia una tempesta .La nave rullava e beccheggiava e molti di noi si sentivano male. Era la prima volta che facevamo la traversata. A un certo punto accendiamo la radio, e l’altoparlante comincia a mugolare una canzone “ Born to win” (nato per vincere) (6)

Guthrie, insieme ad altri musicisti, come Cisco Huston (con il quale formò un lungo sodalizio), girovagava nei ghetti urbani, nelle campagne, nelle stazioni ferroviarie, ovunque vi fossero diseredati e disoccupati (in aumento vertiginoso dopo il crollo della borsa nel ’29), a tutti coloro che vivevano in condizioni disperate nel paese che si diceva il…. più ricco del mondo, si rivolgeva così: “Forse vi hanno insegnato a chiamarmi poeta, ma io non sono poeta più di voi. Non sono più di voi un autore di canzoni, né cantante migliore. La sola storia che ho cercato di scrivere siete voi. Non ho mai scritto una ballata e nemmeno una storia che dicesse tutto quello che c’è da dire su di voi. Voi siete il poeta e il vostro parlare di ogni giorno è la nostra poesia migliore, scritta dal nostro migliore poeta. Io sono una specie di notaio e di meteorologo e il mio laboratorio è il marciapiede, le vostre vie e il vostro palazzo, il vostro campo e la vostra strada, non sono niente di più o di meno che un fotografo senza macchina fotografica”(7).

Il folk d’impegno sociale sullo stile di Guthrie, così come quello di Pete Seeger, Cisco Huston, dopo un breve periodo di silenzio riesplose di nuovo sul finire dei ’50 grazie a una miriade di giovani cantautori, appartenenti alla sinistra non comunista, più ampia, libertaria. Ragazzi che esprimevano la voce diretta di una nuova generazione votata al cambiamento sociale e culturale che dilagò nel mondo e contribuì a cambiare la storia.
Le ballate per i braccianti e i senza tetto abbandonarono la loro dimensione rurale per parlare di agglomerati urbani, riserva-residenza dei nuovi sfruttati ed emarginati della trasformazione sociale. I testi erano veri e propri slogan contro le barriere razziali, lo sfruttamento, l’imperialismo nord americano; i nuovi folksinger, dopo aspri dibattiti e fratture abbandonarono la “Marginalità” dei padri (fermamente intenzionati a mantenere la musica popolare al di fuori dei circuiti commerciali), incisero dischi per grosse case discografiche e accettarono la corte dei media.
Il nuovo corso folk fece emergere altri grandi personaggi e le loro storie divennero pubbliche. Vedi: Tom Paxton, Pete Seeger, Judy Collins, Phil Ochs, Jack Elliot (Per anni compagno d’avventura di Guthrie), e Bob Dylan; fu proprio quest’ultimo il principale artefice delle trasformazioni del folk, proprio lui che come Woody , suo padre ispiratore, era convinto dell’importanza di “Cercare di essere un cantante senza vocabolario e un poeta senza essere condizionato dagli scaffali dei libri”. Dylan fu aspramente contestato fino a farsi coprire di fischi e costretto a interrompere l’esibizione quando al festival di Newport del 1965, abbandonò la chitarra acustica per quella elettrica. Dietro le quinte l’indignazione fu enorme, fonti attendibili raccontano che Pete Seeger, che aveva aperto la serata conficcando un’ascia in un ceppo di legno per fissare il ritmo di un canto di lavoro, dovette essere trattenuto a forza nel tentativo di tagliare con quella stessa ascia il filo elettrico degli strumenti di quello che un tempo era il suo pupillo (8).
Dylan fu imitato da molti e l’uso di chitarre amplificate ed altri strumenti elettronici si intensificò, sia durante i concerti live che nelle incisioni, il folk e il rock si fusero in una sola cosa.


1) Gary Herman: rock’n’roll babylon, Gammalibri 1983 pag 12/20

2) “Hobo, termine che nasce durante la crisi degli anni ’30, designa il vagabondo senza fissa dimora ma anche il lavoratore stagionale. Dove c’è una ferrovia, un treno, li ci sono gli hoboes aggrappati ai vagoni, attaccati a tutte le sporgenze, i “vagabondi” rischiano la vita per giungere al nuovo lavoro o alla speranza di una vita migliore. Partire per loro vuol dire lasciarsi dietro le asprezze e le delusioni del quotidiano. Gli hoboes, con vecchi abiti sporchi e rattoppati, con barattoli per scaldare la minestra, e con gli ospizi come casa diventano un elemento di folklore americano. Intorno a queste figure cresce un misto di crudeltà e di solidarietà, di amore per l’indipendenza, di antiautoritarismo e di fame e di feroce repressione poliziesca del perbenismo STELLE A STRISCE.

3) Storia del Rock, di AA.VV , Curcio ed………pag 511
4) Vedi: “Questa è la mia terra”, di Woody Guthrie, Savelli 1977, pag 10
5) Woody Guthrie: Nato per vincere, di Robert Shelton, Ed Mazzotta 1979 pag 27
6) “ “ “ “ pag 90 op. cit.
7)“ “ “ pag 21 op. cit.
8) La storia del rock 5, suppl. al “messaggero” del 13/04/90

Capitolo 2°

L'amato e odiato Bob Dylan poeta menestrello dell’America che cambia

Il primo Dylan, poeta menestrello sincero fino alla nevrosi. “va in giro con i suoi capelli cotonati, i suoi stivaletti da cow-boy col tacco alto, i suoi maglioni intercambiabili: mentre gira, per usare parole sue,” guarda la gente, la polvere, i fossi, i campi, e gli steccati”; legge i giornali, in cerca di nuovi soprusi contro i privilegiati, i discriminati, i poveri diavoli che faranno da sottofondo alle nuove canzoni (1). Era dunque il legittimo erede del *grande maestro* si incamminò sugli stessi sentieri e in breve tempo diventò la stella della protesta giovanile, del movimento studentesco “Beatniks”, fu l’espressione autentica delle giovani coscienze americane, le sue poesie terribili cantate con voce dura, nasale, a volte raschiante,sprigionavano quello che migliaia di suoi coetanei sognavano, sotto i suoi attacchi violenti la società degli States subì uno shock; i giornali del potere arrivarono a scrivere che Bob Dylan fosse un’esponente di una congiura antiamericana provocata da Mosca, né più nemmeno come il rock ‘n’roll, che anni prima (in piena “guerra fredda”) era stato giudicato un complotto “comunista”.
Con il passare del tempo, Dylan prese le distanze dai movimenti politicizzati statunitensi e internazionali, criticò fortemente l’emergente realtà dei figli dei fiori, assunse un atteggiamento gretto e intollerante, Robbie Robertson, componente del gruppo The Band” disse di lui: “poteva farsi detestare dopo un minuto di dialogo; sempre ubriaco e isterico abbandonò e fu abbandonato da numerosi compagni di strada, tra i quali Joan Baez . Ad un certo momento “ scomparve, non si capì da dove fosse uscito cosi come non si era capito da dove era entrato. Qualche mese dopo arrivò la notizia che aveva sposato Sara Lownds, poi si era rotto l’osso del collo in un ’incidente con la motocicletta (29 luglio ’66..), che aveva comprato una casa a Manhattan, che si era ritirato su una collina di una specie di repubblica indipendente, poi si mostrava coi capelli corti e vestiti da miliardario; le piante nascono, crescono e aspettano di morire” (2).
Quando Bob ritornò sulla scena musicale, del ribelle del Greenwich Village non esisteva più traccia. Il ragazzotto “sputaverità” dei primi tempi, quello di “Don’t follow leaders”
(non seguire i leaders), quello di blowin’ in the wind”, quello dell’inno pacifista “Masters of War” (padroni della Guerra) che fine aveva fatto?
Si ripresentò al pubblico con “un’azzimata voce da Broadway con singulti canzonettistici,
parlava di mattini argentati e amori eterni, chiudi –gli –occhi- e-baciami- bambina-……era nato mister Robert Zimmerman, di professione musicista, laureato honoris causa in qualche magniloquente università americana”(3).
Nel 1971 il cinema si interessò di lui e in merito fu scritto:” il film che vedrete e sul vecchio Dylan ,un giovane integro-che cantava la verità e donava una parte del suo denaro alla S.N.C.C. (student non violent coordinating committee). Il Dylan di adesso, al contrario, non è che un porco, un drogato, un cretino. Alan J.Webwrman, professore di Dylanologia approfittando della controcultura, non potè fare a meno di concludere un’intervista con il suo idolo con questo giudizio: tu hai tutto questo denaro la maggior parte della gente ha solo merda; sei un nemico, un maiale. Bobby sei un capitalista, ma invece di produrre armi, macchine etc…. produci cultura del consenso(4).
Anche se la generazione progressista della prima metà dei ’60., aveva eletto Dylan giudice supremo delle ingiustizie umane, altri personaggi della musica internazionale furono alla sua altezza. Non è possibile dimenticare Joan Baez, portabandiera del folk tradizionale, Peter Paul and Mary, oppure Phil Ochs uno dei più incisivi cantautori impegnato contro la guerra del Vietnam al suon di ballate; con la fine del movimento alternativo, fu sempre più emarginato dai “Nuovi padroni”, si rifugiò nell’alcool e morì suicida.
Occorre ricordare anche gruppi rock di forte impronta e impegno politico come gli “MC5” di Detroit :”esponenti del rock più duro dal punto di vista dei suoni, ritmi, testi, una della formazioni più coinvolte nelle rivolte
dell’epoca. Jhon Sinclair, leader delle pantere bianche, era il loro ispiratore politico e poetico, le loro esibizioni erano oltraggiose e” sovversive”. Nel 1968 parteciparono alla” marcia” su Chicago durante la convenzione democratica. (5), Gli MC5,con gli Stooges di Iggy Pop, furono il prodotto più vero, rude e aggressivo della Detroit in Michigan degli anni ‘60 di recente Wayne Kramer uno dei membri storici degli MC5 (motor city five) ha dichiarato Eravamo convinti che davvero ci sarebbe stata una rivoluzione ………cantavamo tutto quello che vedevamo di negativo nella vita intorno a noi, nel modello sociale americano. Purtroppo in questo periodo, che va dal ’68 ad oggi non è che le cose siano migliorate,oggi continuo ad avere uno sfogo perché faccio ancora dischi,… Per me essere cittadino degli Stati Uniti rimane ancora una questione di lotta, la gente viene ingannata da un’immagine artificiale e falsa che si crea di questo paese e i problemi che c’erano allora vengono ancora allo scoperto in tutta la loro drammaticità proprio in questi giorni . La guerra in Vietnam ci avrebbe dovuto insegnare che non puoi sconfiggere la gente indigena sulla propria terra,le celebrazioni della scoperta del continente del 1992 dimostrano la stessa cosa: si vuole creare un avvenimento di dominazione culturale sui nativi americani, ma non è questo il modo di affrontare un problema che riguarda direttamente una questione politica e sociale di rispetto della popolazione. L’America è governata da persone che non hanno nessun interesse verso il destino della gente e la situazione rischia di arrivare a livelli drammatici………la musica per me rimane un mezzo di coinvolgimento incredibile: avvicina la gente,invece di allontanarla come fa la politica, crea un’energia che noi come MC5 e io come artista cercavamo e cerco sempre di spingere in aree costruttive. Nei momenti brutti come quello odierno, credo stia proprio nella forza dell’espressione artistica l’energia attorno alla quale coagulare la voglia di cambiamento”(6) C’erano anche iJEFFERSON AIRPLANE” sostenitori delle lotte studentesche dell’università di Berkeley, celebre la loro frase:Noi siamo le forze del caos e dell’anarchia- e lo slogan-abbattiamo i muri-; Furono i portavoce del vento del rinnovamento che soffiava nella west coast della metà dei ’60. I loro inni alla fratellanza, le loro parole, erano estremamente importanti soprattutto per i giovani psichedelici californiani, che più di altri si impegnarono nella lotta per una società alternativa, gli unici che abbiano ottenuto buoni risultati realizzando centinaia di comuni libere e la prima etichetta musicale del movimento freak (LAGRUNT).
Sullo stesso versante dei”Jefferson” emersero altre bands esoteriche come
“GRATEFUL DEADdi Jerry Garcia, i QUICKSILVER MESSENGER SERVICE” o gruppi poetici

come i “DOORS di Jim Morrison il quale affermava:” siamo politici erotici, ecco cosa siamo, ci interessiamo di tutto ciò che riguarda la rivolta, il disordine, il caos e l’attività che sembra non avere significato “(7).
In tale periodo musicale si esibiva anche un chitarrista , un genio innovatore del rock, JOHN ALBERT HENDRIX (Jimmy). Sostenitore delle minoranze native conosciute come indiane, riusciva con la sua musica a trasmettere la volontà di cambiamento in maniera diretta. In alcune performances riuscì a far diventare l’inno nazionale USA in un brano pacifista, simulando con la chitarra, sirene, colpi di pistola, addirittura l’esplosione delle bombe che venivano lanciate in Vietnam.
Era un continuo proliferare di formazioni pop-rock-.folk-blues- psichedeliche- dadaiste-…. Gruppi che andavano a sovvertire i vizi e le virtù della”buona coscienza “degli Stati Uniti.
La rivista”LIFE”, a riguardo del rock politicizzato scrisse: “Il rock è sovversivo. Non tanto perché sembra giustificare il sesso, la droga e i dozzinali racconti di terrore, quanto perché porta il pubblico a farsi una opinione propria sui tabù sociali”(8)
Era un periodo di proliferazione creativa -culturale non solo musicale ma di tutte le espressioni artistiche, un fenomeno di costume che riuscì a penetrare in molti sistemi di capitalismo avanzato.””Erano anni davvero magici…..rappresentavano l’illusione di un mondo migliore: un mondo liberato dalla violenza, senza più competizione economica, barriere razziali, discriminazioni di sesso , confini nazionalistici : il suo esperanto doveva essere il rock, la sua meta un’esistenza che superasse il veleno del denaro.
Il suo mezzo espressivo la poesia, il suo emblema l’energia vitale (9) sembrò davvero che l’immaginazione andasse al potere e in tale contesto sociale “Nacquero le prime forme del movimento hippie, nel maggio del 1965 nel Colorado (a qualche chilometro da Trinidad)
Un gruppo di studenti di facoltà diverse (architettura, psicologia,arte) fondarono la prima comunità, Drop City con lo scopo di sviluppare la loro creatività mediante un ritorno alla natura.
Questi studenti rifiutavano l’idea della proprietà privata, dichiararono Drop City aperta a tutti, si distinguevano per il rifiuto di qualsiasi leader o di lavoro organizzato, ovvero alle regole sociali dominanti, essi diventarono un esempio per gli studenti e più in generale per quei giovani che erano esasperati dalla vita in famiglia (10) In breve tempo le comunità hippie dilagarono, la sola New York alla fine del 1965 ne contava 23, diverse avevano il nome di tribù ed erano autogestite; una aveva tra i “capi” Allen Ginsberg, quel Ginsberg già leader del movimento controculturale che ritroveremo amico e sostenitore del gruppo Dadaista “THE FUGS” che stiamo per andare a trovare.

1)Fernanda Pivano: “best hippie yppie” Bompiani 1990 pag. 60
2)    "           "             "        "      pag. 78.
(3) Vedi:” Get Ready” periodico fatto a mano da M.Baraghini n°1 -1972 pag. 12
(4) Vedi: rock’n’roll Karl Marx di Massimo Bissoli “ ed Gammalibri “ 1981 pag. 125/126
(5) F. Liberi, in : “i giorni cantati” settembre 1986 n°0 pag. 17.
(6) vedi :Quotidiano “Il Tirreno” 31 gennaio 1992 pag. 23 Davide Sapienza intevista Wayne Kramer degli MC5
(7) Vedi :“La Cultura underground vol. 2° di M. Maffi. Ed.Laterza 1980 pag. 142
(8) Vedi “i giorni cantati” pag. 18 op. cit.
(9 )Fernanda Pivano: pag. 5, op. cit.
(10) In : Rock ‘n’ roll Karl Marx, pag. 74
 
Musica&ribellione Da WOODY GUTHRIE a THE GANG”

In blu i capitoli a seguire

Capitolo 1°:“La rivoluzione desiderata” (Woody Guthrie).
Capitolo 2°:”L'amato e odiato Bob Dylan …..”
Capitolo 3°:”L'anarco-comunismo dei “THE FUGS”.
Capitolo 4°:”La fine dei dinosauri”.
Capitolo 5°:”Nihl: il trionfo di una subcultura (punk).
Capitolo 6°:”THE CLASH (lo scontro)”
Capitolo 7°:”Il ritorno del rock”.
Capitolo 8°:”Linton kewsi Johnson” (Dub poetry)
Capitolo 9°:”Public Enemy “:Musica nera rabbia e politica
Capitolo 10°:Il“Franti”: Rock e utopia
Capitolo11°:”La Pantera”e il nuovo linguaggio Musicale del villaggio
Capitolo 12°:” I Gang “: La Band ribelle di Filottrano

Ringrazio i compagni che mi hanno permesso di poter scrivere queste righe attraverso contatti, interviste e chiaccherate varie sul tema :"Musica antagonista", : Marino e Sandro Severini (The Gang), Stefano Giaccone (Franti), Billy Bragg a Reggio Emilia '90, lo staff di” Arezzo wave” 91 '92 ,un grazie anche a Bunna  Africa unite per la lunga chiaccherata a Montioni quando nel 1991 venne a fare il concerto gratis per il Salvador) e poi a Sergio Messina (Radio gladio), Zulu (99 posse), Fumo e Lele Prox (Lionhorse Posse ), Luca Morino Fabio Barovero (Mau Mau&Loschi Dezi), Enrico Capuano che tra il '92 inizio '93 per ben tre volte venne a suonare gratis per i Lavoratori Piombinesi in Lotta a difesa del posto di lavoro.


Da ricordare che questo pampleth di 120 pagine fu scritto dal '90 all'inizio del '93.

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