lunedì 27 marzo 2017

#Eurostop sulla manifestazione del 25 marzo. Un successo politico. Solidarietà con i fermati


Eurostop esprime soddisfazione per l’ottima riuscita della manifestazione del 25 marzo contro il vertice dell’Unione Europea, manifestazione promossa a movimenti territoriali e studenti in lotta. Per la prima volta nel paese è emersa chiara e forte la posizione di chi ritiene ormai irriformabile e regressiva la gabbia costituita da Unione Europea, moneta unica e Nato. Se c’è una possibilità di cambiamento politico, sociale, democratico, essa non può che darsi fuori da questa gabbia.
La manifestazione è riuscita nei numeri (più degli ottomila accreditatici in precedenza dai media) e nei contenuti nonostante un apparato mediatico e poliziesco che hanno cercato di fargli il vuoto intorno.
La demonizzazione preventiva della manifestazione non ha impedito a migliaia di lavoratori e lavoratrici, attivisti politici e sociali, occupanti di case e gente dei territori di scendere in piazza evitando tutte le trappole allestite per poter procedere alla criminalizzazione di una opzione politica che sgombra il campo dalle illusioni “unioniste” nella sinistra e alle strumentalizzazioni della destra. La manifestazione è riuscita nei suoi obiettivi,  a tal punto da aver innescato una campagna di occultamento – costringendo i mass media a correre ai ripari – successivo a quella della demonizzazione preventiva che in qualche modo aveva dovuto dare visibilità agli obiettivi di Eurostop. Nei servizi del giorno dopo è stata cancellata ogni immagine o riferimento ad Eurostop. Nei prossimi giorni torneremo nel quartiere di Testaccio con una assemblea popolare che denunci il clima intimidatorio costruito sabato e renda esplicite agli abitanti del quartiere gli obiettivi di una manifestazione che si è voluta criminalizzare.
Eurostop intende esprimere pubblicamente e incondizionatamente solidarietà con gli attivisti fermati nella mattinata del 25 marzo mentre cercavano di raggiungere in pullman la manifestazione. Con motivi pretestuosi sono stati rinchiusi tutto il giorno nel centro stranieri della polizia a Tor Cervara e poi espulsi con fogli di via. Una dimostrazione in più della incostituzionalità dei provvedimenti di polizia preventiva, oggi utilizzati a piene mani contro attivisti politici e sociali, e sistematizzati da un decreto incostituzionale come il decreto Minniti.
La lotta contro il decreto Minniti, le misure preventiva di polizia e la repressione  entra a far pienamente parte del programma di azione di Eurostop dei prossimi mesi. I mass media cantano le lodi alla capacità di gestione del ministro Minniti, ma sabato in piazza in almeno due momenti (in Piazza Bocca della Verità e su Lungotevere Aventino) abbiamo assistito a decisioni degli apparati di ordine pubblico che avrebbero potuto scatenare – e del tutto gratuitamente – incidenti gravissimi. Solo la maturità dei manifestanti è riuscita ad evitare il peggio.
Infine, ma non certo per importanza, il vertice dei capi di stato dell’Unione Europea a Roma ha confermato le peggiori previsioni che Eurostop aveva anticipato già alla vigilia. La ratifica dell’aumento delle spese militari in nome della Difesa comune e di una Unione Europea a più velocità, conferma il progetto di fare intorno al nucleo duro delle principali potenze europee un nuovo polo imperialista dentro la competizione globale in corso. Il governo italiano vuole portare il paese dentro questo nucleo duro costringendo i lavoratori, i settori popolari, i disoccupati a nuove lacrime e sangue per rispettare i diktat europei – e della Germania soprattutto – e destinare maggiori risorse alle spese militari, alle banche e alle multinazionali. Una prospettiva inaccettabile che conferma le ragioni dell’Ital/Exit e di Eurostop ed esplicita il contrasto insanabile tra i Trattati europei e l’assetto Costituzionale del nostro paese come abbiamo chiaramente denunciato con l’assemblea del 23 marzo, alla vigilia della manifestazione.
Con la proposta di Eurostop  i lavoratori e i disoccupati, i pensionati e i piccoli esercenti, i settori sociali impoveriti dalla crisi e dalle misure antipopolari imposte dalla Ue, potranno vedere in campo una prospettiva politica di cambiamento, di conflitto, di resistenza e di rappresentanza fino ad oggi inesistente.
Ringraziamo tutte e tutti i partecipanti e tutte le organizzazioni e i movimenti che hanno contribuito la riuscita della manifestazione. 
















Sandino e Cremaschi
Foto di Maurizio Sandino, blogger presente alla manifestazione perquisito insieme ad altri compagni dalla polizia in borghese appena arrivati a Piazza porta San Paolo.


giovedì 16 marzo 2017

Al popolo di Cuba: Washington sta preparando un "golpe morbido"? La cooptazione degli intellettuali cubani.




Michel Chossudovsky | globalresearch.ca
Traduzione per Resistenze.org a cura del Centro di Cultura e Documentazione Popolare

06/03/2017

La Rivoluzione Cubana costituisce una fondamentale pietra miliare nella storia dell'umanità che sfida la legittimazione del capitalismo globale. In tutte le maggiori regioni del mondo la Rivoluzione Cubana è stata una fonte di ispirazione nell'inarrestabile lotta contro la dominazione neocoloniale e l'imperialismo USA.

Il mondo è giunto ad un critico crocevia. In questo frangente della nostra storia, molti "reali" movimenti progressisti verso il socialismo sono stati distrutti e sconfitti attraverso le guerre guidate da USA e NATO, gli interventi militari, le campagne di destabilizzazione, i cambi di regime, i colpi di stato e i golpe "morbidi".

Altri movimenti progressisti, come le sinistre in Europa occidentale e negli USA, sono stati largamente cooptati, spesso finanziati dalle fondazioni delle multinazionali.

Il progetto socialista a Cuba ha tuttavia ancora la meglio nonostante il blocco economico degli USA, le operazioni di intelligence e la politica sporca della CIA.

Mentre l'eredità di Fidel Castro continua a vivere, cerchiamo di non farci illusioni perché il fine di Washington non è solo quello di distruggere la Rivoluzione Cubana, ma quello di cancellare la storia del socialismo.

Il progetto diabolico di Washington

Ci sono indicazioni che un "cambio di regime" a Cuba è attualmente contemplato dai responsabili politici di Washington. L'amministrazione Trump è stata categorica a riguardo. Le ripercussioni si percepiranno in tutta l'America Latina.

Durante la campagna elettorale "egli si è impegnato nel ribaltare le direttive della politica presidenziale di Obama denominate Normalizzazione tra USA e Cuba" (una direttiva di 12 pagine - conosciuta ufficialmente come "PPD-43"). (
The Nation, October 2017).  Nessuna dichiarazione successiva all'insediamento di Trump è per ora disponibile.

Significativa è la nomina di Trump del dr. Judy Shelton a capo del Fondo Nazionale per la Democrazia (National Endowment for Democracy NED), una fondazione e think-thank pensata per un cambio di regime. Come ex presidente della NED, Shelton fu "direttamente coinvolto nel fornire legittimazione ai piani sovversivi sostenuti dagli USA a Cuba come parte di un tentativo decennale di rovesciare il Governo de L'Avana ed espandere l'egemonia USA nei Caraibi".

Quale che sia la "normalizzazione" USA-Cuba contemplata dall'amministrazione Trump, essa è stata pensata per la restaurazione del capitalismo attraverso atti di sedizione, infiltrazione ecc. combinati con l'imposizione di riforme economiche neoliberiste, inclusa la "cura economica radicale" del FMI. La questione fondamentale è come Cuba e il popolo cubano risponderanno, nel contesto attuale, a queste ininterrotte minacce.

In quale modo Washington ha progettato di portare avanti questo piano? Fondamentalmente attraverso:
1. misure che contribuiscono a destabilizzare l'economia cubana ed il suo sistema monetario;
2. procedure che siano prodromiche all'eventuale integrazione dell'economia cubana nel circuito del FMI-WTO-Banca Mondiale, inclusa l'imposizione di condizionali economiche disegnate apposta per smantellare i programmi sociali di Cuba, la sua programmazione distributiva di beni di consumo essenziali, ecc.;
3. per raggiungere i suoi obiettivi, Washington ed i suoi alleati europei hanno concepito negli anni varie operazioni coperte di infiltrazione e cooptazione con l'ottica di influenzare i responsabili politici del governo, i direttori delle imprese pubbliche così come gli intellettuali. A questo riguardo Washington si è anche affidata ai suoi partners europei che hanno stabilito relazioni bilaterali con Cuba.

Questo articolo si concentrerà particolarmente sulle attività delle fondazioni europee legate alla destra coinvolte nel finanziamento di think-thanks e centri di ricerca cubani.

L'obiettivo è quello di cooptare ricercatori, studenti ed intellettuali. Lo scopo è quello di costruire una "nuova normalità" che spianerà la strada per l'inserimento del socialismo cubano nella logica del capitalismo mondiale. Mentre conserva la narrativa socialista, questo processo è da ultimo inteso a distruggere le basi della Rivoluzione Cubana, aprendo le porte alla deregolamentazione economica, agli investimenti stranieri e alla privatizzazione. L'"accettazione" da parte degli intellettuali cubani di questa "nuova normalità" è essenziale per raggiungere lo scopo della restaurazione del capitalismo.

Retroterra: l'interventismo USA
Negli anni recenti, le modalità dell'interventismo USA sono drammaticamente cambiate: la spinta della politica estera USA consiste in gran parte nel destabilizzare paesi sovrani attraverso un processo di "cambio di regime" (rivoluzioni colorate). Ultimamente consiste nel destabilizzare l'economia nazionale, nel manipolare le elezioni nazionali, nel cooptare gli intellettuali di sinistra, corrompere i politici, finanziare i partiti di opposizione, costruire la violenza e i movimenti di protesta.


Nell'America Latina, le dittature filoamericane sono state in gran parte rimpiazzate da "democrazie" filoamericane. In cambio, le riforme neoliberiste sotto la guida i FMI-Banca Mondiale sono servite ad impoverire la popolazione, in tal modo creando condizioni che favoriscono le proteste così come i conflitti sociali e politici.

La manipolazione delle elezioni in America Latina è di solito affiancata a proteste costruite ed alla cooptazione di intellettuali di sinistra finanziati dagli USA, dalle fondazioni europee e da organizzazioni non governative aventi legami con l'intelligence USA.

Il Fondo Nazionale per la Democrazia (National Endowment for Democracy, NED) creato nel 1983 attraverso un certo numero di fondazioni con sede in USA ha preso la guida. La missione del NED è quella di promuovere la democrazia e i diritti umani nei paesi in via di sviluppo.

Il NED è un'arma ufficiosa della CIA. Secondo l'ex presidente del NED Carl Gershman: "Sarebbe terribile per i gruppi democratici attorno al mondo venire visti come finanziati dalla CIA… Non abbiamo avuto la possibilità di far questo ed è per questo che il Fondo è stato creato."

Nelle parole del primo presidente del NED Alan Weinstein: "Molto di ciò che facciamo oggi è stato fatto in modo coperto 25 anni fa dalla CIA" (Washington Post, 22 settembre 1991).

Il progetto del NED a Cuba. Entrare attraverso la porta di servizio

Sebbene il NED sia bandito da Cuba, esso tuttavia finanzia indirettamente - attraverso fondazioni associate e vicine, ONG con sede in Florida - un grande numero di cosiddetti "progetti per la democrazia". Molte di queste organizzazioni associate (con sede in USA), incluso il Cuban Democratic Directorate (Directorio), l'Instituto Cubano por la Libertad de Expresion y Prensa, l'Observatorio Cubano de Derechos Humanos, hanno legami con l'intelligence USA. Storicamente, il NED ha sempre lavorato con associati nell'Unione Europea che avevano formali legami bilaterali con Cuba.

Per quanto riguarda la Germania, il Friedrich Ebert Stiftung (legato al Partito Socialdemocratico), l'Hans Böll Stiftung (legato ai Verdi) e l'Hanns Seidel Stiftung (legato all'ala destra del  Partito Cristianosociale Bavarese, CSU) hanno accordi con Cuba.

Alleati dell'America: La Hanns Seidel Foundation, strumento dell'ala destra della CSU bavarese
Mi soffermerò primariamente sul ruolo della Hanns Seidel Foundation, con specifico riferimento al suo ruolo a Cuba ed in Venezuela.

La Hanns Seidel Stiftung (HSS), attraverso l'ala destra del Partito Cristianodemocratico Bavarese, ha una relazione diretta col governo di Angela Merkel, la quale, per molti versi è considerata un'alleata degli Stati Uniti. Storicamente, le attività dell'HSS hanno sempre supportato l'interventismo politico dell'ala destra.

Molte delle attività dell'HSS nei paesi in via di sviluppo e nell'Est Europeo sono portate avanti in associazione con fondazioni USA, compresa la NED, e la Open Society Foundation. la HSS ha anche legami con diversi serbatoi di pensiero come la Chatam House (Royal Institute of International Affairs) e l'American Enterprise Institute. Ospita conferenze ed eventi formativi in collaborazione con la NATO, l'UE e il governo tedesco.

La Hanns Seidel Stiftung (NSS) è intervenuta in molti paesi, spesso in unione con la NED e il Dipartimento di Stato USA. Nei primi anni 90 fu coinvolta nella cosiddetta "rivoluzione arancione" in Ucraina, che finì con una povertà di massa e con la destabilizzazione dell'economia ucraina.

Più di recente, la Hanns Seidel (HSS) ha mantenuto legami con l'attuale regime di Kiev, principalmente con un'ottica antirussa e per destabilizzare il Donbass. La HSS, attraverso il suo ufficio di Washington ha regolari consultazioni con il governo USA, con il Congresso, con serbatoi di pensiero, incluse le maggiori fondazioni associate.

La HSS è anche in collegamento con fondazioni aventi sede negli USA, compresa la NED, la Fondazione Ford e la Open Society Foundation.

La HSS continua a mantenere stretti legami col regime di Kiev, il quale governa col supporto di due partiti neonazisti. La CSU (Cristianosociali) e la HSS hanno legami informali con i servizi segreti tedeschi, il Bundes Nachrichtendienst (BND).

Una delle principali attività della Hanns Seidel Foundation è consistita nella cooptazione di intellettuali di sinistra e di studenti. Ciò è stato realizzato attraverso il finanziamento di think-thanks  e istituti di ricerca chiave politicamente orientati.

Hanns Seidel in Venezuela
In modo significativo, la Hanns Seidel Foundation (HSS) è attivamente coinvolta nel finanziamento del candidato di opposizione Henrique Capriles Radonski,
 in Venezuela nelle elezioni del 2012. Le sue attività si sono estese ben oltre l'endorsement della candidatura di Capriles. Nel suo rapporto trimestrale, la HSS ha apertamente ammesso la propria avversione nei confronti del processo Boliviano. A questo riguardo, la HSS è stata coinvolta nell'organizzazione di diverse conferenze antigovernative, principalmente con l'ottica di sostenere il libero mercato capitalista (neoliberismo) e diffamare il governo di Chavez. La HSS fu altresì utilizzata per creare legami con i partiti di destra inclusi il Copei e Primera Justicia.

Val la pena di notare che più di quarant'anni fa, i partiti cristiano democratici e cristiano sociali (CSU e CDU, ai quali la fondazione Hanns Seidel è collegata) furono coinvolti nel provvedere al supporto finanziario dei protagonisti del golpe militare contro il Presidente Salvador Allende. E all'inizio del golpe, prestarono aiuto economico al governo militare di Augusto Pinochet.

La HSS è ancora coinvolta in Venezuela nel finanziamento di un certo numero di progetti. Il loro obiettivo non detto è la destabilizzazione del governo Bolivariano.

La Hanns Seidel, come rappresentante della CSU bavarese è anche coinvolta nella politica di diversi paesi latinoamericani come l'Ecuador, la Colombia, l'argentina e la Bolivia. In Ecuador, la CSU, attraverso Hanns Seidel coopera attualmente con la Corporación Autogobierno y Democracia, la Fundación Acción y Desarrollo Comunitario (ACDECOM) e varie altre organizzazioni.

La Hanns Seidel Foundation a Cuba

Ora lasciatemi concentrare l'attenzione su Cuba, in particolare su di una specifica attività della Hanns Seidel Foundation nella quale sono stato personalmente coinvolto.

Nell'ottobre del 2015, fui invitato a partecipare ad un convegno internazionale del Centro de Investigaciones de Politica Internacional (CIPI), un centro di ricerca e serbatoio di pensiero affiliato al Ministero degli Affari Esteri. Il tema della conferenza era l'analisi del processo di transizione geopolitica dischiuso dalla ripresa delle relazioni diplomatiche tra Cuba e gli Stati Uniti.

Transizione geopolitica del potere globale: tra la cooperazione e il conflitto

L'evento è stato finanziato dalla Hanns Seidel Stiftung. Furono invitati studenti dall'Europa Occidentale, dall'America Latina, dall'Africa, dagli USA e dal Canada.

Poche settimane dopo la mia accettazione a partecipare al convegno indirizzata al CIPI, ricevetti un messaggio dalla Hanns Seidel Stiftung che mi informava che l'evento era sostenuto da loro e che la HSS avrebbe finanziato tutte le mie spese, incluso un onorario. Il messaggio dichiarava che si sarebbero messi in contatto con me a proposito di questioni riguardanti un contratto. Essi richiedevano inoltre sottoscrivessi una cosiddetta "propuesta de servicios" (offerta di servizi).

Ero assolutamente consapevole del curriculum della HSS, specificatamente di come erano intervenuti nelle elezioni presidenziali del 2012 in Venezuela a supporto di Capriles Radonski, in sostanza con l'ottica di danneggiare Hugo Chavez.

Ero scioccato dal fatto che il CIPI avesse richiesto i finanziamenti della HSS. L'intento della HSS (che agiva per conto dei cristiano sociali di Baviera, un partito di destra) in collegamento con le sue organizzazioni associate a Washington era di minare il socialismo a Cuba. Ciò si estrinsecava anche nel cooptare studenti ed intellettuali cubani anticipando un più ampio processo di cambiamento politico.

Risposi all'invito della HSS indicando a loro e per conoscenza anche agli organizzatori del CIPI che avrei provveduto autonomamente per le mie spese di viaggio e soggiorno e che non vedevo la necessità di ricevere fondi dall'HSS. Questa decisione creò scompiglio nella procedura per la mia partecipazione alla conferenza.

La conferenza dell'ottobre 2015

Cos'è successo: alcuni contributi molto buoni da parte di eccellenti studenti e ricercatori cubani e latinoamericani su una varietà di importanti argomenti. Ma ci sono stati diversi buchi neri nel programma, senza dubbio dovuti al fatto che la HSS legata ai Cristianosociali di Baviera finanziava il convegno e imponeva le sue condizioni.

1. Una sessione chiave della conferenza fu sul Venezuela, concentrandosi sul futuro del governo Bolivariano e sulle sue storiche relazioni con Cuba.

Non un singolo partecipante del Venezuela è stato invitato alla Conferenza, così impedendo dall'inizio ogni dialogo e discussione tra intellettuali cubani e venezuelani.

Tutte le presentazioni sul Venezuela erano di studenti cubani.

Non c'è dubbio che la HSS abbia impedito l'invito degli intellettuali progressisti venezuelani allineati con la rivoluzione Bolivariana. L'argomento della conferenza (ad esempio transizione e normalizzazione con gli USA) rivestiva significato cruciale sia per Cuba che per il Venezuela.

Dovrebbe essere compreso che nel presente contesto, il futuro del socialismo cubano  dipende largamente dal mantenimento e dalla costruzione di relazioni tra Cuba e Venezuela all'interno del contesto della Rivoluzione Bolivariana. Ironicamente, nessuno tra i partecipanti e gli organizzatori cubani era al corrente delle politiche sporche di Hann Seidel in Venezuela.

Per contro, la sessione sul Messico includeva quattro eminenti allievi dal Messico. C'era una larga delegazione di messicani così come di cittadini degli altri paesi latinoamericani. Ma non un singolo venezuelano era stato invitato.

2. Una sessione sulla politica estera USA includeva l'accademico israeliano Yossi Mekelberg associato della Chatham House, Royal Institute of International Affairs (UK), un serbatoio di pensiero arcireazionario britannico provvisto di legami col Council on Foreign Relations, avente sede a Washington.

La presentazione del'accademico israeliano fornì una faziosa interpretazione di cosa stava avvenendo in Palestina e Siria. La rivolta terroristica guidata dagli USA in Siria fu non a caso descritta come "guerra civile". I Palestinesi venivano additati come terroristi, e il Presidente Bashar Al Assad fu accusato di massacrare il suo stesso popolo, quasi nello stesso modo dei media di regime degli USA e del Regno Unito.

Secondo Mekelberg, citato da  Newsweek, l'Isis "emulava" i Palestinesi (http://europe.newsweek.com/netanyahu-ramming-atttacks-isis-palestinians-inspired-541097?rm=eu). Gli studenti cubani che parteciparono a quest'evento non si presero la briga di reagire o esprimere il loro sdegno.

La questione però è chi mai inviterebbe un simile individuo (affiliato alla Chatham House che sostiene il regime sionista di Tel Aviv) nella Cuba socialista presso un centro di ricerca affiliato al Ministero Cubano degli Affari Esteri?

Cuba ha sempre storicamente espresso la sua solidarietà con la Palestina così come con la lotta dei popoli di Siria ed Iraq, che sono attualmente oggetto di aggressione militare da parte degli USA e della NATO.

Perché non hanno invitato uno studente allineato con il socialismo dalla Palestina per dibattere la politica estera USA? Era una condizione imposta dal partito di destra della CSU di Baviera per mezzo della Hanns Seidel Foundation (HSS)?

3. Un'altra sezione era dedicata all'Ucraina, Tra i partecipanti c'era il Presidente dell'International Institute for Peace con sede a Vienna  Prof. Hannes Swoboda, che è un ex membro del Parlamento Europeo. Swoboda delineò il proprio sostegno per le operazioni USA-NATO nell'Est Europa dirette contro la Russia così come espresse il suo appoggio al regime ucraino di Kiev-Maidan (che è integrato da due partiti neonazisti). Nessuna reazione da parte degli intellettuali cubani partecipanti al convegno fu estrinsecata.

Prima che ce lo dimentichiamo, il Governo cubano ha espresso la sua solidarietà col popolo del Donbass e della Crimea. In cambio, il popolo del Donbass riconobbe la propria solidarietà con Cuba e con gli insegnamenti di Fidel Castro. Ma questa non fu una questione da discutere alla conferenza del CIPI.

Nelle parole di Fidel Castro: Cuba, che si è sempre stretta solidalmente al popolo dell'Ucraina, e che nei difficili giorni di Chernobyl fornì assistenza medica ai molti bambini colpiti dalla perniciosa fuga di radiazioni, e che continuerà sempre a prestarla, non può esimersi dall'esprimere il suo ripudio delle azioni antirusse, antiucraine e filo imperialiste del governo [di Kiev]" (14 luglio 2014).

Hannes Swoboda, invitato a Cuba dal CIPI (per citare Fidel Castro)  era "anti-russo, anti-ucraino e filo-imperialista". Come deputato al Parlamento dell'UE ha intrapreso la procedura  parlamentare (insieme a diversi altri deputati) anti-russa e filo-NATO per chiedere supporto in favore del regime illegittimo di Kiev, il cui governo è integrato da due partiti neonazisti.

Fidel Castro Ruz and Michel Chossudovsky, October 2010
Note conclusive: L'eredità di Fidel Castro

E' una mia sincera speranza che ciò che ho esposto in questo articolo sia oggetto di discussione e dibattito a Cuba.

Il Governo cubano è impegnato a proteggere le conquiste della Rivoluzione Cubana. Nel presente contesto, non è un compito facile. Come delineato nell'introduzione, l'intento di Washington non è solo volto a distruggere la Rivoluzione Cubana, ma anche a cancellare la storia del socialismo.

Lo scopo delle fondazioni occidentali - direttamente o indirettamente operative per conto di Washington - è quello di instillare divisioni all'interno della società cubana, attraverso l'infiltrazione, la cooptazione, il cui vero obiettivo è la restaurazione del capitalismo.

Questi meccanismi di cooptazione sono anche facilitati dal doppio sistema di valuta a Cuba, che ha consentito ad Hanns Seidel e alle altre fondazioni occidentali di inviare pagamenti agli istituti di ricerca e ai think-tank cubani in moneta convertibile (CUC).

L'incremento della "dollarizzazione" dei prezzi del consumo al dettaglio (espressi in CUC) conduce all'impoverimento e alle diseguaglianze sociali.

I cubani sono ben consci dell'evolvere di tale crisi: le persone che guadagnano il proprio reddito in pesos convertibili CUC hanno acquisito potere di acquisto. Per contro, quelli i cui redditi sono in gran parte composti da pesos cubani non convertibili sono esclusi dall'economia di consumo a base CUC.

L'intento ulteriore di Washington è quello di implementare le misure che contribuiscono alla destabilizzazione dell'economia cubana e del suo sistema monetario, vale a dire che reintegrano Cuba in una economia mondiale basata sul dollaro.

Sono anche previste procedure da parte di Washington per reintegrare eventualmente  l'economia cubana nel circuito del FMI-WTO-Banca Mondiale, inclusa l'imposizione di condizioni politiche disegnate per smantellare i programmi sociali cubani, la sua programmazione distributiva di beni essenziali di consumo, ecc.

E' essenziale bloccare queste iniziative. Il dibattito e la discussione sui meccanismi della "normalizzazione capitalista" sono cruciali, sia all'interno di Cuba che a livello internazionale.

La sola narrativa rivoluzionaria di per sé non sosterrà l'eredità di Fidel, se non è accompagnata da concrete azioni e politiche disegnate con attenzione.

La meccanica della restaurazione capitalista e i vari modi di interferenza politica ed ingegneria sociale devono essere riconosciuti ed avversati con vigore.

La lotta contro la guerra e il neoliberismo vince
Per l'unitario abbandono del neoliberismo e della militarizzazione che distrugge le vite dei popoli
Per l'aperta denuncia delle guerre imperiali dell'America
Per un mondo di Giustizia Sociale che sia veramente responsabile per la tutela dei nostri fratelli esseri umani

Lunga Vita a Fidel Castro Ruz


original in English :



martedì 7 marzo 2017

Da Contropiano - Ramon Labanino: “Il senso del dovere verso la Patria ti aiuta a resistere in carcere”

Intervista a Ramon Labanino Salazar. Ramon è uno dei Cinque patrioti cubani che hanno vissuto sedici anni nelle carceri statunitensi dopo aver subito delle condanne tombali. Il loro lavoro di informazione e prevenzione contro gli attentati e gli attentatori che partivano  da Miami per colpire Cuba, gli è costato condanne a uno o più ergastoli come “minaccia alla sicurezza nazionale degli Stati Uniti”.  A seguito di una campagna internazionale durata anni, si è riusciti ad ottenerne la liberazione. Ma per lunghissimi sedici anni Ramon e gli altri quattro compagni cubani sono stati prigionieri dentro il circuito delle carceri di massima sicurezza statunitensi. Hanno rifiutato ogni proposta di collaborazione con l’Fbi e si servizi segreti Usa e non si sono mai piegati. Uno di loro, Ramon Labanino, attualmente vicepresidente dell’Anec (Associazione degli Economisti di Cuba) è stato invitato dalla Rete dei Coomunisti per  un giro di conferenze sul Pensiero economico e politico di Fidel. Le conferenze si sono tenute a Napoli, Bologna, Milano, Pisa. La visita in Italia di Ramon Labanino Salazar si è conclusa a Roma con un affollato incontro pubblico e popolare alla Villetta, storica associazione di solidarietà con Cuba. Dopo un botta e risposta con il pubblico e una cena sociale, abbiamo intervistato Ramon Labanino. 
Sei stato per 16 anni nel sistema carcerario di massima sicurezza degli Stati Uniti. E’ un sistema concepito per annientare i prigionieri. Come hai fatto a mantenere integra la tua identità e dignità politica e umana?
Ti aiuta il senso del dovere verso la Patria. Noi abbiamo agito per impedire attentati a Cuba e per alcuni aspetti anche per evitare attentati negli Usa. Noi abbiamo salvato vite umane. E’ la resistenza morale quella che ti permette di andare avanti. Inoltre sono arrivate spesso le notizie delle mobilitazioni in tutto il mondo per la nostra liberazione. Sapevano che anche in Italia c’erano striscioni sui muri per la liberta dei Cinque, manifestazioni davanti all’ambasciata degli Stati Uniti, invio di lettere e mail alla Casa Bianca, addirittura una manifestazione davanti alla Casa Bianca. Sono queste le cose che ti permettono di resistere
Quando avete avuto  la sensazione di essere vicini ad una soluzione e che quindi la vostra liberazione si stava avvicinando?
Avevamo saputo che erano in corso negoziati  tra il governo di Cuba e quello degli Stati Uniti. Avevamo la percezione che le cose stavano marciando
Quando sei stato arrestato a Cuba c’era il Periodo Especial. Quando sei tornato a Cuba quanto l’hai trovata cambiata?
Siamo stati arrestati nel 1998, in pieno Periodo Especial e a Cuba mancavano moltissime cose, era un momento molto difficile. Quando sono tornato a Cuba nel 2014 c’erano molte più cose. Anche negozi privati che ne conseguono benefici. Ma è anche vero che con una parte degli introiti della loro attività viene poi finanziato il sistema sanitario, educazionale e il sistema complessivo. Ho trovato Cuba cambiata in meglio ma mantenendo la giusta direzione del sistema socialista
Hai fatto un lungo giro di conferenze in Italia. Che impressione ne hai ricavato?
Ho fatto molti incontri pubblici e c’erano moltissimi giovani molto interessati  ed è positivo. C‘erano anche compagni di maggiore esperienza ma che hanno ancora una carica rivoluzionaria. ............
continua a leggere :


N.B

Come blog resistenciasiempre, sotto aggiungiamo alcune foto scattate a Pisa dai compagni del C.lo ANAIC Alta Maremma “Italo Calvino” presenti all’incontro con Ramon Labanino Salazar, per anni compagni/e dell’ Alta Maremma hanno avuto una presenza attiva nella lunga e estenuante battaglia per la liberazione dei Cinque eroi cubani, dettero vita anche ad un coordinamento territoriale che partecipò a 4 coloqui di Holguin, all’iniziativa europea di Londra , a vari Sit in di fronte l’ambasciata USA a Roma , a dibattiti, conferenze e manifestazioni varie  in territorio italiano.
E’ stato un onore ascoltare, dialogare e vivere una serata di cultura e allegria con Ramon Labanino,ma anche con Mauricio Martinez (consigliere politico Ambasciata cubana)  e il prof  Luciano Vasapollo ,…nel dopocena la voce e la chitarra di Giulio D’Agnello non ha fatto mancare le canzoni Di Silvio Rodriguez, Victor Yara, Carlos Puebla…. e in ultimo la chitarra di Giulio ha accompagnato   cori congiunti di tutti/e compagni/e presenti al C.lo Agora di Pisa.

                                              Maurizio "Sandino

Pisa 3 marzo 2017 momento della cena con Ramon
Pisa 3 Marzo 2017 Primo piano di Mauricio Martinez e Ramon Labanino
Pisa 3 marzo 2017 Ramon, Mauricio e Luciano con esponenti ANAIC Alta Maremma (Maurizio e Francesca)
Pisa 3 Marzo 2017 Ramon, Mauricio e Luciano con esponenti C.lo ANAIC Alta Maremma (Francesca e Alberto)

Giulio D'Agnello buona performance con brani di Silvio Rodriguez, Victor Yara, Carlos Puebla...

Pisa c.lo Agora cori militanti accompagnati da Giulio D' Agnello

Pisa c.lo Agora 3 marzo 2017 si canta Bella Ciao

domenica 5 marzo 2017

Cuba potenzia l'uso di fonti di energia rinnovabile /Cuba potencia uso de fuentes renovables de energía


Guantánamo, Cuba 4 marzo.- L'Unione Elettrica di Cuba, (UNE), priorizza oggi la costruzione in tale provincia dell'oriente cubano di almeno quattro dei 17 parchi fotovoltaici previsti sul finire di questo anno in tutto il paese.
Si prevede che si finiscano i parchi solari di Los Ciguatos nel 2018 e quello della comunità di Jesús Lores, nei municipi costieri di San Antonio del Sud ed Imías rispettivamente, e quelli di Montesano e San Pedro, nella testata provinciale, secondo fonti ufficiali.
Con una potenza unita di 15,2 MWp, la messa in funzione degli stessi permetterà alla provincia di aumentare tre volte la capacità installata attualmente.

Prossimamente entreranno in funzionamento la quarta tappa del parco Santa Teresa, ubicato nella città di Guantánamo, con 1,4 megawatts-picco (MWp) e quello di Punta di Maisí con 1,2,costruzioni che incominciarono l’anno passato, hanno spiegato alla stampa gli specialisti dell'Impresa Elettrica nel territorio.
Tutte le opere, sono a  carico dei lavoratori di una brigata dell'Impresa Costruttrice Guantánamo, appartenente al Ministero della Costruzione, permetteranno la massima utilizzazione della luce solare come fonte rinnovabile di energia in una regione considerata come quella di maggiore irradiazione solare in Cuba.
Il direttore di Fonti Rinnovabili di Energia della UNE Jovel Concepción Díaz, ha spiegato alla stampa  la sincronizzazione prima di luglio dei 17 parchi solari fotovoltaici impegnati apporterà 50MWp di produzione di elettricità pulita.

Le fonti rinnovabili apportano il 4 percento dell'energia prodotta in Cuba e si aspira che per il 2030 si aumenti fino ad un 24 percento, mediante l'incremento di 700 MW alla capacità di generazione nazionale utilizzando la tecnologia fotovoltaica.

Secondo esperti
l'arcipelago cubano riceve una media di radiazione solare di più di 1,800 kilowatts per metro quadrato all'anno, ciò lo trasforma in una nazione con potenziale energetico, partendo dall'uso delle fonti rinnovabili.


Guantánamo, Cuba 4 mar.- La Unión Eléctrica de Cuba (UNE) prioriza hoy la construcción en esta provincia del oriente cubano de al menos cuatro de los 17 parques fotovoltaicos previstos a concluir este año en todo el país.
Se prevé que en este 2018 se concluyan los parques solares de Los Ciguatos y el de la comunidad de Jesús Lores, en los municipios costeros de San Antonio del Sur e Imías respectivamente, y los de Montesano y San Pedro, en la cabecera provincial, según fuentes oficiales.
Con una potencia conjunta de 15,2 MWp, la puesta en funcionamiento de los mismos permitirá a la provincia aumentar tres veces la capacidad instalada en la actualidad.
Próximamente entrarán en funcionamiento la cuarta etapa del parque Santa Teresa, ubicado en la ciudad de Guantánamo, con 1,4 megawatts-pico (MWp) y el de Punta de Maisí con 1,2, construcciones que se iniciaron el pasado año, explicaron a la prensa especialistas de la Empresa Eléctrica en el territorio.
Todas las obras, a cargo de trabajadores de una brigada de la Empresa Constructora Guantánamo, perteneciente al Ministerio de la Construcción, permitirán el máximo aprovechamiento de la luz solar como fuente renovable de energía en una región considerada como la de mayor irradiación solar en Cuba.
El director de Fuentes Renovables de Energía de la UNE, Jovel Concepción Díaz, explicó a la prensa que la sincronización antes de julio de los 17 parques solares fotovoltaicos comprometidos aportarán 50MWp de producción limpia de electricidad.
Las fuentes renovables aportan el 4 % de la energía producida en Cuba y se aspira que para el 2030 se aumente hasta un 24 por ciento, mediante el incremento de 700 MW a la capacidad de generación nacional utilizando la tecnología fotovoltaica.
Según expertos el archipiélago cubano recibe un promedio de radiación solar de más de 1,800 kilowatts por metro cuadrado al año, lo que lo convierte en una nación con potencial energético a partir del uso de las fuentes renovables.


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